la mariegola

schola de Santa Maria Elisabetta

dei squerarioli e squerarioli a l'Arsenal

SESTIER DE

 DORSODURO

Fatti salvi i diritti dei marangoni a l'Arsenal di poter cercare impiego presso gli squeri cittadini quando la loro opera non fosse richiesta dentro "la caxa de l'Arsenal", verso la fine del 1607, il Consejo dei Diese concede agli squerarioli di potersi staccare dai marangoni a l'Arsenal e di fondare una loro schola, posta sotto la protezione di Santa Maria Elisabetta.

Nel 1610 viene eletta la prima Banca e fissate in mariegola le consuete disposizioni per quanto riguardava le cariche direttive, la celebrazione delle funzioni religiose e l'accompagnamento dei confratelli defunti alla sepoltura.

Nel 1619, il Capitolo decide che la luminaria (contributo annuo di iscrizione) sia riscossa nei giorni festivi "sul banco sotto il portego de la piazza, appresso la Camera de l'Armamento".

Sempre nel corso di quest'anno la mariegola, ormai completata in tutti i suoi capitoli, viene sottoposta all'esame della Giustizia Vecia che l'approva. Con l'occasione il Capitolo dispone anche che il Gastaldo non possa utilizzare il denaro della schola per organizzare pranzi o altro.

Sempre nel 1619 viene riconfermata l'antica usanza secondo cui tutti gli squerarioli dovranno versare un piccolo contributo mensile al fine di prestare aiuto ai confratelli più anziani ed inabili, che faticassero a portare a termine un numero di costruzioni sufficienti per poter vivere. Viene infine disposto che una messa sarà celebrata nella chiesa di San Bonaventura, dove la schola ancora teneva le proprie riduzioni (assemblee), la domenica antecedente e quella susseguente il giorno della festa della patrona.

Nel 1621 la schola lascia la chiesa di San Bonaventura (Contrada San Marcuola, Sestier de Canaregio) e si trasferisce praticamente dall'altra parte della città, appunto nella chiesa di San Trovaso. Qui giunti, i confratelli iniziano a studiare la possibilità di poter istituire un apposito Sovegno che si faccia carico di aiutare i "poveri lavoranti".

Dal Capitolo della chiesa  l'Arte ottiene nel 1626 il permesso di poter costruire il proprio altare in "pietra viva", la cui costruzione sarà tosto affidata ad un "tagiapiera", abitante nella Contrada, per il compenso di 260 ducati, che però si ottiene siano rateizzati in 50 l'anno.

L'altare sarà completato nel 1628, e sui due piedistalli delle colonne verranno scolpiti i simboli della schola: a destra una nave cocca (o caracca, o tonda), naviglio utilizzato per il trasporto di merci voluminose nei viaggi da e per l'Oriente e, a sinistra, una gondola con il felze e le forcole, ricavata al di sotto della seguente scritta:

FV FINITO DETTO

ALTAR DELARTE DELLI

SQVERALIOLI DEL 1628

ADI 15 APRIL IN TEMPO

D M ZVANE Q STEFANO

FILINIH GASTALDO ET

CONPAGNI

 

Nel 1633 il Capitolo elegge due tansadori per raccogliere il denaro necessario per far fare il pavimento dell'altare e costruire ai suoi piedi l'arca per la sepoltura dei compagni. I simboli della gondola e della nave cocca verranno ripetuti anche sulla lastra tombale posta ai piedi dell'altare.

La pala dell'altare mostrava un tempo, entro una cornice dorata, la Visitazione di autore ignoto, oggi sostituita da un dipinto del 1954. La Visitazione è scolpita anche nel tondo del paliotto.

Nel 1797 cade la Repubblica, e nel 1806 gli editti napoleonici sopprimono tutte le schole, compresa questa, che cessa così definitivamente la sua attività.

 


 

altare della scuola

 

la gondola col felze la nave cocca

 

la lastra tombale e il particolare della gondola con il felze

 

CONTRADA

S. TROVASO

CAMPO

S. TROVASO

<< va indrìo