Il nome di stazionieri deriva direttamente
dal termine stazio,
ossia qualunque casotto in legno (posto sulla riva, in calle o in campo)
il cui spazio veniva assegnato dagli organi competenti per l'esercizio
del mestiere. Gli stazionieri che vende vero (o
verieri) commerciavano dunque in bicchieri e bottiglie di
vetro, avendo perciò esclusa la vendita ambulante. Nonostante il basso numero dei confratelli
iscritti, nondimeno l'Arte aveva una
discreta capacità economica, favorita da un fiorente commercio svolto nei confronti delle altre Arti, che compravano i "vuoti a perdere".
La statistica del 1773 contava 18 addetti,
ripartiti in 14 casotti, ossia stazi. |