la mariegola |
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Il 28 novembre 1565 il Consejo dei Diese autorizza i mercanti da vin a fondare la propria schola. Nel 1566 i Provedadori de Comun e i Giustizieri Vechi approvano i primi 12 capitoli della mariegola, nella quale sono elencante le consuete disposizioni in merito alle cariche direttive, al versamento della benintrada (tassa di iscrizione), della luminaria (contributo annuo), all'obbligatorietà della partecipazione ai Capitoli e ai funerali dei compagni defunti. Nel 1566 il Capitolo approva a maggioranza di festeggiare annualmente la Croce nel mese di maggio e non in quello di settembre come era stato proposto da alcuni dei presenti. I Giustizieri vechi approvano i nuovi capitoli della mariegola, ma pongono un limite alle spese per l'organizzazione della festa. Anche i Provedadori de Comun approvano i nuovi capitoli, confermando il limite di spesa indicato dai Giustizieri Vechi, e concedendo alla schola di poter adattare ad albergo la casa che si trova "sora el portego de la chiesa". Nel 1567 la schola stipula un accordo con il Capitolo della chiesa di San Silvestro, dal quale ottiene l'assegnazione in chiesa di quattro arche per la tumulazione dei confratelli, nonché l'altare detto della "Madoneta", entrando il primo a destra, che nel 1573 sarà completamente rifatto ad opera di Damiano Massa, riconsacrato con il titolo della Croce (Sant'Elena) e abbellito da una pala del Salviati. Fra il 1573 e il 1581, su progetto di Chiona Lombardo, viene portata a termine la costruzione della schola, un edificio a due piani costruito subito dopo il campanile ed addossato alla navata destra della chiesa. Ancora oggi visibile da campo San Silvestro, la costruzione presenta al pianoterra due portali fiancheggiati da tre finestre con inferriate nelle quali sono riportate le sigle " S D " e, al piano superiore, cinque finestre anch'esse con inferriate e sormontate da timpani. L'interno è costituito da una grande sala al pianoterra, oggi adibita a cappella della chiesa di San Silvestro, mentre al piano superiore, nell'ex sala del Capitolo, si trova l'altare dei sonadori (qui trasferito dalla vicina chiesa di Sant'Aponal quando questa venne chiusa). Il soffitto, attribuito a Gaspare Diziani, è costituito da un grande ovale centrale raffigurante Sant'Elena in adorazione della Croce, e da due scomparti quadrangolari con il sogno di Sant'Elena e l'Ebreo Giuda davanti a Sant'Elena, opere databili, secondo la Zugni-Tauro, tra il 1745 e il 1750. Le cornici sono invece opera più tarda. Completano l'arredo pittorico della sala otto tele alle pareti, cinque delle quali sono datate e firmate dal tardo manierista Gaspar Rem. L'ambiente, dopo aver ospitato le Congregazioni Mariane, è stato usato per molti anni quale deposito e solo recentemente è stato recuperato. A margine si segnala l'interessante intrecciarsi di Santi patroni e di sedi sociali fra questa Arte e quella dei travasadori e portadori de vin che appunto qui confluì nel 1609. Prima della fusione però, la sede dei travasadori e portadori de vin era limitata probabilmente al pianterreno di Ca' Barbarigo, nella non molto distante calle del Gamabaro, tuttavia poichè l'intero edificio divenne nel tempo noto come schola dei mercanti da vin (che probabilmente lo acquistarono dopo l'inglobamento), ciò spiegherebbe perchè ai lati del portone e sul pilone d'angolo del palazzo si trovino scolpite le figure di Sant'Adriano e di San Giobbe, riconosciuti patroni, assieme alla Santa Croce, dell'Arte. Rimane infine da notare che, viceversa, all'angolo presso la schola dei mercanti da vin in campo San Silvestro, poco prima di imboccare il sotoportego del tragheto, si può osservare un bassorilievo raffigurante San Bartolomeo affiancato dalle iniziali " S B "; costui era il Patrono dei travasadori e portadori de vin. Nel 1593, a spese della schola, l'organo della chiesa di San Silvestro venne spostato dalla parete interna della facciata dell'abside, dietro l'altar maggiore. Nel 1629 viene confermato che nessun compagno possa rinunciare alla carica di Gastaldo se non pagando una multa assai elevata. Nel 1677 coloro i quali sono iscritti anche alla schola dei travasadori e portadori de vin possono servirsi, nei funerali, indifferentemente del manto dei travasadori o di quello dei mercanti da vin. Nel 1749 la schola, che possiede una reliquia della Santa Croce, decide che celebrerà la festa dell'Esaltazione della Croce (15 settembre) con una messa cantata. Nel 1777 i Provedadori sora la Giustizia Vechia concedono che, secondo le antiche consuetudini, sia permessa nei giorni festivi e nelle domeniche la vendita del vino alle due "rive" di Rialto e San Marco; continuano però a restare escluse le solennità di Natale, Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini, Ascensione, Annunciazione e le feste della Madonna della Salute e del Redentore.
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