la mariegola |
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Nel 1503 il Consiglio dei Dieci concede la fondazione della schola dei burceri da rovinazzi e da cavafanghi, che potrà tenere la sede ospitata presso la chiesa di Sant'Andrea de la zirada oppure, a scelta, in quella di Santa Maria Mazor.
Il 30 dicembre 1529 il Consiglio dei Dieci concede ai burceri "de burchi ferrati" di potersi riunire in schola, ciò principalmente allo scopo di offrire sostegno ed aiuto agli anziani dell'Arte, inabili al lavoro o ammalati, per procurare dignitosa sepoltura ai compagni, soccorrere con elemosine le figlie o le sorelle che si dovessero maritare, ciò in similitudine con quanto già facevano i burceri "che portano paltan, ruinazzi e sabion". Gli associati s'impegnavano a partecipare con i loro capaci burci alla festa della Sensa ed in ogni altra evenienza per l'onore della Signoria. Compilata la mariegola essa verrà approvata dal Consejo dei Diese.
Nel 1622 viene intimato al Gastaldo di consegnare alla badessa del monastero di Sant'Andrea de la zirada le chiavi della sede; questo perchè le monache hanno anche acconsentito ai "burchieri et cavacanali" di tenere le riduzioni (riunioni) del Capitolo nella schola, nella quale ci sono molte arche, a condizione però che le chiavi ritornino sempre nelle mani della badessa. Viene ricordato che sopra la porta che da ingresso alla schola è posto un bassorilievo che ritrae Sant'Andrea "et figure di monache dall'una e dall'altra parte" (oggi purtroppo scomparso). Nel 1625 vengono stretti nuovi accordi con le monache affinchè la messa mensile possa essere celebrata sull'altare della Madonna, dato in uso all'Arte dopo che alla stessa era stato vietato di officiare i riti religiosi sull'altare dentro la schola. L'Arte dei burceri (che comprendeva i seguenti coloneli: dei burceri da legna, dei burceri da stiore, burceri da rovinazzi e burceri da cavafanghi) aveva la sede in campo Sant'Andrea de la zirada, oggi al civico 470, in un edificio posto vicino alle absidi della chiesa omonima anche se, secondo altre fonti, la sede era ospitata nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. |
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