SESTIER DE CANAREGIO |
ciexa dei Crosechieri |
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CONTRADA SS. APOSTOLI |
breve storia dell'ordine dei CROCIFERI a Venezia |
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I Crosechieri (traduzione veneziana dei Crociferi) sorsero, privi di una regola certa e comune, per dare assistenza ai feriti e agli ammalati nel periodo delle crociate. Pur mantenendo la memoria di un crociato fondatore, di nome Cleto, l'Ordine faceva risalire la propria fondazione ai primi secoli del Cristianesimo, avendo assunto l'emblema delle tre croci collocate al centro del vuoto sepolcro di Maria alla presenza del Santo papa Cleto e di San Ciriaco vescovo di Gerusalemme, nel giorno in cui Sant'Elena scopriva la vera croce di Cristo. Un'antica cronaca della famiglia Gussoni descrive l'arrivo dei Crosechieri a Venezia come una comunità di frati "poveri e descalzi, con una croce de legno in man, pieni d'ogni bontà e religion". Quale ordine "crociato", la loro sincera dedizione all'ospizio è testimoniata nei secoli, portando all'aumento dei frati laici, assieme al permanere ancora nel '600 dell'uso di uscire raramente dal monastero, di andare per via con una piccola croce in mano e di premettere ad ogni discorso l'espressione "Te Deum laudamus". Il loro momento migliore coincise probabilmente con l'iniziativa intrapresa da papa Alessandro III (1159-1181) di riunire le sparse comunità sotto una regola comune, cosa che portò ad un rilancio dell'Ordine che a Venezia vide il 23 giugno del 1221 stipulare in questa chiesa la pace fra Venezia e il Patriarca di Aquileia, Bertoldo. Non brillando per la morigeratezza dei costumi, allo scopo di ricondurli ad una maggiore disciplina, papa Pio II sottopose i Crosechieri ad una prima riforma nel 1462, in occasione di una crociata contro i Turchi, che sfociò nel corso del 1464 all'esproprio di tutti i loro beni. Nel 1568 i beni espropriati vengono nuovamente riconsegnati ai Crosechieri da papa Pio V, e riflette il tentativo della Curia romana di infondere all'Ordine la ripresa dello spirito originario alla vigilia della battaglia navale di Lepanto. Anche questo tentativo però non sortì i risultati sperati, e spinse infine papa Innocenzo X (1644-1655), a dichiarare la chiusura di tutti i loro conventi, eccettuati però quattro, tra cui anche quello di Venezia. Gli austeri richiami all'ordine da parte dei pontefici romani (per la verità in periodi nei quali i Crosechieri non erano gli unici destinatari) non saranno corrisposti da sinceri propositi di moderazione, ed infine sarà papa Alessandro VII, che nel 1656 provvederà a sopprimere definitivamente l'Ordine, passando i beni della comunità con sede a Venezia alla proprietà della Repubblica, quale contributo alla guerra di Candia. Nel 1657 l'intero complesso immobiliare venne acquistato dai Gesuiti, ammessi nuovamente a Venezia, che lo ricostruirono e l'ampliarono ulteriormente, adattandolo alle esigenze del loro ordine.
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Assunzione della Beata Vergine Maria
Dormizione della Beata Vergine Maria |