SESTIER DE

CANAREGIO

ciexa de San Canzian

CONTRADA

S. CANZIAN

 

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Cenni storici.

Probabilmente una delle più antiche chiese veneziane, la tradizione vuole che essa sia nata parrocchiale nel momento stesso in cui nell’anno 864 fu fondata da un gruppo di profughi di Aquileia, qui approdati cercando scampo dai barbari che devastavano la Terra Ferma.

Più verosimilmente, l’edificio venne costruito negli anni compresi fra la fine del IX secolo e i primi decenni del successivo, poiché la sua esistenza inizia ad essere riportata nei documenti del 1040 e 1041.

La chiesa venne ricostruita una prima volta nel 1105, dopo che un furioso incendio ne aveva gravemente danneggiato la struttura. Nei lustri seguenti essa subì ulteriori interventi di riparazione, della cui dimensione non vi sono notizie attendibili ma probabilmente di un certo impegno, se la chiesa venne infine nuovamente consacrata da Marco Bianco, vescovo di Jesolo, il 20 maggio 1351.

Nonostante i rimaneggiamenti, la celebre veduta di Venezia eseguita nel 1500 dal de’ Barbari mostra una chiesa ancora fortemente connotata dalla struttura tipica di un edifico sacro del XII secolo: la pianta è basilicale a tre navate, delle quali la centrale è sopraelevata con l’aggiunta di finestrelle laterali, elemento architettonico che richiama il sistema costruttivo in uso nei modelli bizantini più antichi.

Nel 1550 l’edificio volge ormai in precarie condizioni statiche e di conservazione; esso viene pertanto quasi completamente demolito e quindi ricostruito assecondando i canoni tardo rinascimentali, pur senza variare l’antica impostazione basilicale.

Fra il 1760 e il 1764, su progetto redatto da G. Massari, vennero introdotte alcune modifiche architettoniche e parzialmente ristrutturato e completato l’interno, talché la chiesa assunse l’aspetto odierno.

 

Curiosità: negli archivi della Chiesa è conservato il “Liber Mortuorum” da cui risulta la morte dell celebre pittore Tiziano Vecellio, che abitava in questa Parrocchia ai Biri Grandi. Dall’atto di morte: “27 agosto 1576, Messer Tizian pitor è morto de ani centotre amalato de febre”.

Opere d'arte.

controfacciata:

organo: ai lati, le due portelle raffiguranti San Massimo e San Canziano, opera di G. Contarini, seguace del Tiziano (fine secolo XVI).

lato destro, sopra la porta laterale:

iscrizione dettata in onore del pittore veneziano Tiberio Tinelli (1638).

lato destro, primo altare:

come gli altri altari laterali, fu eretto nel 1730 a spese dell’allora Pievan della chiesa Sebastiano Molin.

all’altare: pala Vergine addolorata con il Sacro Cuore di Gesù e Santi di B. Letterini (secolo XVIII).

lato destro, secondo altare:

come gli altri altari laterali, fu eretto nel 1730 a spese dell’allora Pievan della chiesa Sebastiano Molin.

all’altare: pala Madonna del Carmine col Bambino, San Giovanni Nepomuceno e altri Santi di B. Letterini (secolo XVIII).

cappella a destra della maggiore:

Cappella di Santa lucia poi di san Massimo

finemente decorata da marmi e stucchi.

all'altare: urna con il corpo del Santo qui trasportato nella metà circa del secolo XIV da un membro di Ca’ Badoer. La statua barocca di San Massimo vescovo di C. Moli (1639).

Altare, statua ed urna furono realizzate grazie ad un legato di Ca’ Widmann, che deteneva la proprietà della cappella.

presbiterio:

tiburio ottogonale: al soffitto Glorificazione di San Massimo dipinto di G. Segala (secolo XVII). Sui pennacchi, tondi con gli Evangelisti a rilievo (secolo XVIII).

al lato destro: Probatica Piscina dipinto di D. Zanchi.

al lato sinistro: Moltiplicazione dei pani e dei pesci, dipinto di D. Zanchi.

altar maggiore: pala Padre Eterno in gloria con San Canziano e San Massimo, tela attribuita a P. Zoppo dal Vaso (secolo XVII). Tabernacolo in marmo finissimo, fu eretto nel 1875 con le offerte dei parrocchiani.

cappella a sinistra della maggiore:

Cappella dEL CROCEFISSO, poi di san venerando martire e poi della santa spina

Il 7 agosto 1631 fu concessa alla famiglia Rinaldi che la ristrutturò e la decorò finemente con marmi e stucchi.

all'altare: pala Vergine e San Filippo Neri genuflesso, di N. Renieri (1635 circa).

ai lati: busto di Sebastiano Rinaldi (1649) e  busto di Antonio Rinaldi ( 1631), sculture seicentesche.

portale della sagrestia:

eretto nel 1728 in stile barocco con ricca decorazione marmorea, venne realizzato a spese del Pievan G.M. Grattarol.

sopra la porta: busto del parroco G.M. Grattarol opera di G. Le Court.

al di sopra: cenotafio di Angelo Comello (1816) con rilievo eseguito dal canoviano A. Bosa.

In sagrestia:

dipinto San Romualdo, attribuito a J. Marieschi, (secolo XVIII) più che a G. Diziani.

dipinto Madonna con Bambino e i Santi Canciano e Massimo, attribuito a A. Celesti, (1680).

dipinto Via Crucis è opera moderna di E. Costantini (1960).

Il piccolo lavabo della fine del ‘500 ha inseriti dei bassorilievi del ‘600.

lato sinistro, secondo altare:

come gli altri altari laterali, fu eretto nel 1730 a spese dell’allora Pievan della chiesa Sebastiano Molin.

all'altare: pala Immacolata e due Santi, opera di B. Letterini (secolo XVIII).

lato sinistro, primo altare:

come gli altri altari laterali, fu eretto nel 1730 a spese dell’allora Pievan della chiesa Sebastiano Molin.

all'altare: dipinto Assunta, di G. Angeli, allievo del Piazzetta (secolo XVIII).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Facciata

Rimasta incompleta per mancanza di fondi nel corso della ricostruzione cinquecentesca, essa venne ultimata solo fra il 1705 e il 1707 su progetto di A. Gaspari, grazie appunto alla generosità di Michele Tommasi, parrocchiano che alla sua morte lasciò a questo scopo un legato di 2.000 ducati.

La facciata è tripartita da paraste in stile tuscanico, con la parte centrale affiancata da due ali a coronamento orizzontale e sormontata da un timpano triangolare.

In alto, l'ovale conserva la traccia di un affresco della fine del '700 raffigurante il Martirio dei Santi Canzio, Canziano e Canzianilla, i tre martiri Aquileiesi titolari della chiesa.

Al di sopra del portale d’ingresso è collocato il busto del benefattore Michele Tommasi, ed una targa con iscrizione che ricorda appunto come la sua generosità permise il completamento della facciata.

 

Interno

Conservando l’impianto basilicale originario su tre navate, nel ‘500 l’interno venne ricostruito, con soffitto a volta sorretto da arcate a tutto sesto, poggianti a loro volta su sei colonne (di cui due antichissime di granito africano) con capitello corinzio e pseudo-pulvino. Due altari si trovano posizionati lungo ciascuna navata laterale, mentre sul fondo si apre il presbiterio e le due cappelle laterali ad imitazione dell’architettura rinascimentale toscana.

Fu tra il 1760 e il 1764 che su progetto di G. Massari venne innalzata la navata centrale ed aperte le otto finestrelle; con l’occasione venne anche ristrutturata la cappella maggiore e realizzata la copertura con tiburio ottagonale. Fu completato l'altar maggiore e sulla controfacciata venne realizzata la cantoria con l’organo, che poggia su sei colonne corinzie di legno.

I due pulpiti, un tempo sormontati “ciascuno con suo baldachin” (il tipico baldacchino), furono realizzati da B. Maccaruzzi sul finire del ‘700.

Il pavimento originario venne rifatto nelle attuali sembianze nel corso del 1786-90.

Campanile

Il campaniel, visibile nella celebre veduta di Venezia del 1500 del de’ Barbari, sorge al fianco sinistro della chiesa, vicino alla zona absidale. E’ costituito da una bassa e robusta canna in cotto, terminante con una cuspide piramidale rivestita di rame, simile per le fattezze al campaniel della ciexa de San Samuel [Contrada San Samuel, Sestier de San Marco]

Venne ricostruito fra il 1532 e il 1542 grazie alle offerte dei parrocchiani. Per evidenti ragioni di spesa, venne utilizzata la struttura della torre precedente, di cui è evidente lo stile romanico-gotico.

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