schola de devozion |
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Il giorno 8 aprile 1377 il Consejo dei Diese approva la richiesta presentata dal preposito degli umiliati, affinchè potesse essere costituita una schola aperta all'iscrizione di "bone persone et boni mercadanti". Alcuni giorni dopo, una solenne processione di ringraziamento segna l'inizio ufficiale della storia di questa schola, che viene detta "de San Cristoforo dei mercadanti". La mariegola stabilisce che la schola sia retta da un Governador, uno Scrivan e dodici Ministri; saranno eletti anche due Nonzoli che dovranno lavare i corpi dei confratelli passati a miglior vita. Alla schola potrà iscriversi qualunque "bon homo" o "bon mercadante" e qualsiasi "gentil homo de Gran Consejo" (fra questi ultimi si trova elencato anche Cristoforo Moro, che sarà eletto Dose nel 1462), quanto verseranno sarà utilizzato per assistere i poveri. Saranno accolti invece gratuitamente i medici fisici e cirogici che così assisteranno gli infermi. Nel giorno di San Cristoforo (25 luglio) prima della messa, sarà fatta una processione attorno al campo con il penelo, crose e candele accese in mano. Nella lista dei confratelli si leggono molti nomi di pitori (pittori) e di tajapiera (scultori). Nel giugno di quello stesso anno viene portata in chiesa una statua della Madonna con Bambino che era considerata miracolosa; viene deciso che tutte le offerte in denaro che saranno raccolte verranno utilizzate per la manutenzione della chiesa e per il convento, mentre invece saranno della schola le vesti e le gioie che fossero offerte. Nel 1382 il Capitolo decide che l'assenza dei confratelli il 18 di giugno, giorno dedicato al ricordo dell'arrivo della statua della Madonna miracolosa in chiesa, venga segnata in modo diverso da come si usava fare per i funerali. Nel 1420 il Consejo dei Diese acconsente che oltre a San Cristoforo dei mercanti venga aggiunta alla denominazione della schola anche Santa Maria de l'orto, come anche da tempo ormai usava indicarla il popolo. Nel 1423 la mariegola ricorda che in passato aveva sede in chiesa una schola detta di Santa Maria Odorifera, chiamata però dal popolo Madonna de l'orto, la quale si serviva dello stesso altare che ora veniva utilizzato da questa schola. A scanso di futuri equivoci, il Capitolo dispone che d'ora in poi l'altare non sarà più prestato a nessuno. Nel 1431 viene posta sull'altare una statua in legno, intagliata e dipinta, raffigurante San Cristoforo, dono alla schola da parte di un confratello, tale Marco Trevisan. Nel 1460 viene stipulato un contratto con Bartolomeo Bon per la costruzione del nuovo portale della chiesa; metà delle spese saranno a carico dei religiosi, l'altra metà posta a carico della schola. Nel 1485 la schola inizia a denunciare qualche intoppo nel regolare svolgimento della propria attività, legate principalmente al lento scemare del numero degli iscritti. I Capi del Consejo dei Diese permettono che il Capitolo si riunisca anche se non nel numero previsto dalla mariegola. Nonostante ciò, nel 1534 il numero dei confratelli è ormai ai minimi termini, viene pertanto deciso di aprire l'iscrizione anche alle donne. Mentre la situazione non migliora, arriva nel frattempo il 1570, quando una schola simile posta sotto la protezione di San Francesco e di Santa Maria della Misericordia, fondata nel 1261 presso il chiostro di San Nicolò della chiesa dei Frari da alcuni mercanti che si erano riuniti in Confraternita, a causa di sopraggiunti problemi di spazio, coglie la buona occasione per spostarsi unendosi a questa ed arrivando praticamente ad assorbirla, tanto che si rende necessaria la redazione di una nuova mariegola. Quello stesso anno viene subito deciso un vasto restauro dell'edificio, all'interno del quale si vuole ora ricavare un albergo, seppure di non grandi dimensioni, ad imitazione di quanto avevano le schole grandi ma senza scavezzar (spezzare) la scala granda, piuttosto ottenendo un magazen dal monastero e sopra il quale realizzare l'albergo. Il progetto viene affidato ad Andrea Palladio e nel 1572 il Capitolo approva l'inizio dei lavori; il vasto edificio che sarà realizzato si affaccia sulla fondamenta de la Madona de l'Orto, (oggi al civico 3519), e lateralmente delimita un lato del campo che funge da sagrato alla chiesa omonima. Sopra il timpano triangolare che chiude l'elaborato portale principale, poggia la statua di San Cristoforo, protettore della Confraternita. Sulla porta laterale, fra due colonne sormontate da timpano, si trova, qui trasportato dalla primitiva sede dei Frari, un bassorilievo opera del XVI secolo raffigurante la Vergine con il Bambino, Santi e Confratelli. Al di sotto è posta un'iscrizione. Ricca era la decorazione pittorica all'interno: l'altare della sala a pianterreno mostrava una pala di Jacopo Tintoretto con la Vergine e San Cristoforo. Al primitivo assetto risale una tavola con San Cristoforo, ora alle Gallerie dell'Accademia, opera di bottega di Cima da Conegliano. Sull'altare venne in seguito posta una Natività della Madonna di Jacopo Tintoretto e aiuti, fiancheggiata da due tele con i Ritratti dei confratelli della Scuola dei Mercanti di Daniele Tintoretto, oggi alle Gallerie dell'Accademia. Di Domenico vi erano, inoltre, un Cristo morto e due donatori e una Madonna col Bambino, San Giuseppe e San Francesco. Lo stesso Jacopo dipinse l'ovato centrale con il Castigo dei Serpenti. Sopra la porta dell'Albergo si trovava una Annunciazione del Veronese e aiuti, oggi alle Gallerie dell'Accademia; la fiancheggiavano quattro tele di cui due, raffiguranti la Fede e la Carità, si trovano alle Gallerie dell'Accademia, e due con San Marco e la Madonna della Misericordia, presso la Pinacoteca di Brera. Otto comparti del soffitto con i Quattro Evangelisti e i Quattro Dottori della Chiesa spettavano all'Aliense e quello con l'Incoronazione della Vergine a Domenico Tintoretto; infine una Natività di Maria, opera di Benedetto Caliari. Nel 1573 viene deciso che, come usano fare le schole grandi, la festa patronale venga tenuta all'interno della schola e non più in chiesa. Nel 1581 i Provedadori de Comun approvano la nuova mariegola, che era stata completamente riformata dopo l'unione avvenuta con la schola che si trovava ai Frari. Nel 1623 viene stipulato un contratto con Melchisedech (Longhena), tajapiera, per la realizzazione dell'altare nell'oratorio dell'ospissio de San Zuane Battista in Contrada Santa Ternita, che era amministrato da questa schola unitamente alla schola de Sant'Orsola. L'anno seguente viene accertato che l'altare è in fase di costruzione. Nel 1627 il Capitolo approva una proposta volta a sostenere la schola de la Trinità, volendo così beneficare "una nostra confraternita a comodo di molti cittadini". Contro questa decisione si esprimono però il mese seguente i Provedadori de Comun, annullandola. Nel 1639 la schola offre allo Stato 150 ducati per ogni anno che si protrarrà la guerra contro il Turco. Nel 1707 viene dato alle stampe un libretto con "terminazioni, ordeni e regole" stabilite dalla schola de Santa Maria e San Cristoforo dei mercanti, con l'intervento della schola de Sant'Orsola, riguardante la Commissaria Zuane Pollini per l'ospissio de San Zuane Battista. Nel 1729 il Consejo dei Diese, con cinque votazioni negative, respinge la richiesta avanzata dalla schola di essere posta sotto la diretta giurisdizione dello stesso Consiglio (come erano le schole grandi). Il Capitolo però insiste, forte anche della presenza di molti nobilomini fra i confratelli, e finalmente nel 1772 il Consejo dei Diese in carica all'epoca, con 9 voti a favore, 3 contrari e 4 nulli (era bastante la metà dei voti disponibili) sottopone alla sua diretta autorità la schola con la motivazione che i membri erano iscritti in schole grandi, ed in analogia con quanto deciso per la schola del Corpus Domini e di altre schole picole. I Provedadori de Comun però non accettano questa intromissione nella loro giurisdizione e presentano opposizione alla decisione del Consejo dei Diese. Il Consiglio valuta quindi nuovamente tutta la questione e trova che l'obiezione è da considerarsi fondata e pertanto annulla la sua precedente decisione. Nel dispositivo è detto che per l'annullamento aveva pesato il non aver ascoltato prima il parere dei Provedadori e non aver sollecitato la convocazione del Capitolo General della schola.
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