la mariegola |
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Il 18 gennaio del 1549 il Consejo dei Diese autorizza gli stampadori e i libreri a radunarsi in schola, dovendo comunque nel 1566 sollecitare nuovamente i compagni a predisporre e a presentare quanto prima la loro mariegola. Il rimprovero ha il suo pronto effetto e nell'aprile del 1567 i Presidenti del Collegio dell'Arte si riuniscono nella cappella del Rosario nella chiesa di San Zanipolo per eleggere, dopo la messa, gli incarichi della schola. Nel maggio successivo i Provedadori de Comun approvano i primi venti capitoli della mariegola. Dopo il 1603 gli stampadori ottennero il privilegio di stampa, ossia l'esclusiva per la riproduzione di un'opera (per 20, poi 10 e infine 15 anni). L'introduzione dell'indice romano dei libri proibiti provocò inizialmente una battuta d'arresto nella produzione, che riprese però vigore nella metà del '700, contribuendo a diffondere la cultura illuminista in Europa. Il libro veneziano si distingueva dal resto della produzione europea e italiana per i suoi particolari pregi: la carta sempre di ottima qualità, i caratteri eleganti, il testo corretto, l'inchiostrazione misurata, le rilegature ricche e fastose, le illustrazioni sempre molto curate. La schola divenne in seguito Colegio, e non più compresa fra le attività "meccaniche". Nel 1626 una delegazione di confratelli si presenta davanti ai Provedadori de Comun denunciando il fatto che troppe inosservanze stanno causando forti problemi nella gestione della schola, principalmente a causa dell'assenza di molti confratelli nelle riunioni del Capitolo dove vengono rinnovate le cariche. Nel dicembre dello stesso anno il Capitolo Generale viene convocato "nel luogo solito dei Genovesi" per porre rimedio alle irregolarità. Desiderando di poter disporre di una propria sede, nel 1642 la schola prende accordi con i padri domenicani che concedono un locale in muratura, nel primo chiostro, sotto il noviziato, adiacente a quello degli specchieri, dove essi potranno anche aprire porte e finestre ma senza alterare l'ordine architettonico del chiostro. Il canone di affitto annuo pattuito è suddiviso in 30 ducati per la stanza e 6 ducati per le 24 messe annuali. Nel 1774 viene deciso che la festa del Patrono, San Tommaso, (7 marzo) venga celebrata nel primo giorno festivo successivo. Nel 1781 i Provedadori de Comun vedono giunto il momento di dettare nuove regole per le cariche che governano la schola, mentre nel 1787 viene nuovamente confermata la norma che proibisce alle botteghe dei stampadori e dei libreri di rimanere aperte nei giorni festivi, imponendo anche che tutte le feste popolari, comprese quelle per i patroni delle Arti e delle Confraternite, fossero trasferite alla domenica.
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