SESTIER DE

CASTELO

oratorio de Santa Scolastica

CONTRADA

S. ZANINOVO

 

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Pare con il concorso della famiglia Cacodrizzi, sotto la protezione di Santa Scolastica (sorella di San Benedetto) oratorio e monastero furono eretti in tempi antichissimi, essendo ricordati sin dal XII secolo su probabile sedime di una chiesa più antica e vasta. Il complesso originario venne comunque distrutto nel terribile incendio che devastò questa zona di Venezia nel 1105.

Ricostruito, l’oratorio era visibile dalla corte de Santa Scolastica, "drìo le prexon de San Marco" accanto a Ca’ Bondumier di cui era nel frattempo divenuto proprietà, e la cui calle omonima si diparte da calle dei  Albanesi. Al suo interno, sull’unico altare stava il dipinto Annunciazione e in ciascun angolo uno dei quattro quadri raffiguranti San Rocco, San Bernardino, San Lorenzo Giustinian, mentre del quarto non si conosceva la fisionomia essendo “guasto da tempo”. Tutte le opere erano della mano di C. Ridolfi. Sin dalla sua fondazione, nell’oratorio riposava il corpo della Santa e durante il Settecento si celebrava con regolarità la novena in suo onore.

Al monastero si accede invece attraverso il portone posto alla fine della breve fondamenta de Santa Apollonia, che fa angolo con l’edificio un tempo ciexa dei Santi Filippo, Giacomo e Apollonia. Per la sua vicinanza con la ciexa ducal de San Marco, nel 1472 esso fu assegnato come residenza ufficiale del Primicerio e il clero da lui dipendente veniva educato nel Seminario Ducal, che ebbe sede in questo monastero dal 1579 al 1591 prima di essere trasferito in Contrada San Piero de Castelo, Sestier de Castelo.

Il chiostro, dei secoli XII-XIII, è l’unico esempio rimasto a Venezia di architettura romanica. La sua struttura è giunta fino ai nostri giorni completamente integra, seppure appesantita dalle sopraelevazioni seicentesche. Di pianta pressoché quadrata, ha ad ogni lato archi a tutto sesto in cotto a doppia ghiera, alternativamente di diversa ampiezza su ognuna delle quattro fronti. Gli archi sono sostenuti a loro volta da colonne singole o da colonne binate impostate su basamento continuo.

Va ricordato che quando alla prima intitolazione della ciexa dei Santi Filippo e Giacomo si aggiunse anche quella di Santa Apollonia (patrona della vicina schola dei linaroli) la nuova denominazione ebbe rapidamente il sopravvento e si estese anche al monastero, il quale, con tale impropria denominazione, viene oggi erroneamente indicato.

 

Caduta la Repubblica, l’oratorio venne dapprima soppresso e poi completamente demolito nel 1823; migliore fortuna ebbe invece il monastero quando, morto l’ultimo Primicerio, Mons. Alvise Foscari, il Primiceriato venne destinato ad ospitare il Tribunale Criminale. Il chiostro, che venne ridotto in condizioni a dir poco deplorevoli, fu completamente restaurato in anni recenti ed ospita oggi il Museo Diocesano di Arte Sacra.

 

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