SESTIER DE

CASTELO

ciexa de San Nicolò de Castelo

CONTRADA

S. PIERO DE CASTELO

 

arrow_144.gif va indrìo

 Chierici regolari di Somasca right13.gif

va dal Santo right13.gif

somegie right13.gif

 

Cenni storici:

Nel terreno posto immediatamente a sud degli orti del convento di San Domenego de Castelo e da questi diviso dal  rio de San Isepo, a partire dal XIV secolo furono edificati alcuni edifici a scopo sociale e religioso: la chiesa di San Nicolò de Castelo, l’ospeal dei marineri il Seminario Ducale, il convento de le Capuzine e quindi il complesso conventuale di Sant’Antonio de Castelo.

Gli edifici si allineavano in scansione sulla piccola penisola, nota allora con il nome di motta de Sant’Antonio, che in pratica concludeva la città verso est; mentre ancora separata da un largo tratto di laguna, si intravedeva in lontananza l’isola con la chiesa di Santa Lena.

Procedendo con ordine, fra il 1471 e il 1473 il Governo deliberava la costruzione in quel luogo di un grande edificio destinato in parte ad ospizio per i poveri e in parte quale ospedale per i marinai cui la vecchiaia, le malattie o le infermità contratte durante il servizio avevano costretto a terra. Iniziato nel 1476, l’edifico venne concluso nel 1500.  

Probabilmente entro lo stesso lasso di tempo, fra il 1475 e il 1500 si pose mano anche alla costruzione di una nuova chiesa, dedicata a San Nicolò di Bari, che sorse completamente isolata nell’area allora libera posta a ovest dell’ospeal dei marineri, di cui fu posta al servizio. Venne  consacrata il giorno dell’Assunzione e ricorrenza della fondazione di Venezia, ossia il 25 marzo del 1503, ma pare che già alla fine del XV secolo la fabbrica fosse ormai definita nelle strutture essenziali, tanto da essere officiata.

Inclusa la celebre veduta del 1500 del de’ Barbari, le numerose immagini che ci sono rimaste mostrano la chiesa dalle forme distintamente rinascimentali, ad un’unica navata coperta da tetto a due falde, sul quale si eleva una snella cupola poggiante su tamburo cilindrico.

Nel tentativo di assegnare la paternità del progetto di costruzione, si è fatto il nome dei Lombardo, in particolare di Pietro ma alcuni riferimenti ritrovati nei documenti al tajapiera Bartolomeo Gonella, collaboratore di Giorgio Spavento, suggeriscono che il progettista possa essere stato proprio quest’ultimo. In questi anni infatti lo Spavento era Proto della Repubblica e l’area in cui sorse San Nicolò de Castelo rientrava in un programma di interventi sociali che il Governo aveva già pianificato con l’ospeal dei marineri.

Inizialmente la chiesa venne officiata dai preti secolari, ma nell’anno 1591 fu affidata ai Chierici Regolari della Congregazione di Somasca (detti Somaschi) ai quali venne affidata la direzione del Seminario Ducale.

L’epoca in cui la chiesa fu costruita, ed il fatto che non risultino nelle cronache esservi stati successivi rimaneggiamenti (se si esclude la costruzione dell’altare della Schola de devozion de San Nicolò dei marineri nel 1658), costituisce una ragione ulteriore per rammaricarci della demolizione di un edificio schiettamente rinascimentale definito “grande sullo stile del Lombardi e di assai nobile architettura”.

Nel 1806 per effetto del decreto napoleonico, San Nicolò de Castelo viene chiusa e consegnata nelle mani dell’autorità militare.

Il successivo decreto del 1807 segnava irrimediabilmente il triste destino di questo e degli altri edifici attigui, che vennero inclusi nel progetto elaborato da Giovanni Antonio Selva per la realizzazione degli attuali giardini pubblici.

La demolizione dovette avvenire verso la fine del 1810, se il 19 marzo di quello stesso anno fu diligentemente compilata la stima del valore dei marmi e di tutto il complesso.

 

LATO A DESTRA

Altare

all'altare: pala Annunciazione opera di Francesco Vecellio, (oggi presso le Gallerie dell’Accademia, Venezia).

 

PRESBITERIO

Altare

all’altare: bassorilievo marmoreo di squisita fattura, con tabernacolo dove stava scolpito Santissimo sormontato dalla colomba dello Spirito Santo, la Vergine in ginocchio e la Maddalena, opera di Tullio Lombardo, (oggi presso le raccolte del Seminario Patriarcale, Venezia).

 

LATO A SINISTRA

Altare

fu ricostruito nel 1658 a spese della Schola de devozion de San Nicolò dei marineri.

all’altare: pala Resurrezione con San Nicolò e San Giuseppe opera di Pietro Ricchi il Lucchese, (opera perduta).

L'interno:

ad una sola navata, aveva un altar maggiore e due laterali.

Facciata e portale:

la facciata era rivolta verso la laguna e prospettava su una fondamenta a all’epoca ancora del tutto priva di lastricatura.

Le strutture architettoniche esterne, quali i quattro plinti di basamento, i tre portali lombardeschi e la polifora superiore centrale, costituivano gli unici elementi posti in opera, rispetto ad un disegno complessivo della facciata che non venne mai completato.

Sul lato sinistro, lungo  il campazzo, si aprivano altri due portali simili a quello principale, mentre alle spalle si stagliava  la chiesa e il convento di San Isepo, unico complesso sopravvissuto alle distruzioni napoleoniche.

Uno dei pochi elementi sopravvissuti della chiesa è rappresentato dalla cornice marmorea del portone centrale che, recuperato durante la demolizione, oggi si trova murato sull’edificio dell’Accademia delle Belle Arti sul lato che prospetta il rio terà de la Carità all’altezza di calle Nani.

Il campanile: (campaniel)

priva sin dalla sua fondazione di un vero e proprio campanile, in alcune vedute si scorge un campaniletto a vela, posto sul lato sinistro della chiesa.

Bibliografia:

 

Flaminio Corner

Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, tratte dalle chiese veneziane e torcellane

Stamperia del Seminario, Padova 1758

 

Giambattista Albrizzi

Forestier illuminato. Intorno le cose più rare e curiose, antiche e moderne, della città di Venezia e dell’isole circonvicine.

Giambattista Albrizzi, Venezia 1765

 

Andrea Da Mosto

I Dogi di Venezia. con particolare riguardo alle loro tombe.”

Editore Ferd. Ongania, Venezia 1939

 

Giulio Lorenzetti

Venezia e il suo estuario

Edizioni Lint, Trieste 1956

 

Umberto Franzoi / Dina Di Stefano

Le chiese di Venezia

Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Venezia 1975

 

Paolo Rizzo

San Giuseppe di Castello

Arti Grafiche Carrer, Favaro Veneto (VE) 1993

 

Tudy Sammartini / Daniele Resini

Campanili di Venezia

Edizioni Grafiche Vianello, Treviso 2002

 

tornasu.gif  va suso tornasu.gif