SESTIER DE CASTELO |
ciexa de le Verzene |
CONTRADA S. PIERO DE CASTELO |
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Cenni storici: La tradizione vuole che la fondazione della chiesa e del monastero de le Verzene (Santa Maria in Gerusalemme detta delle Vergini) sia da attribuire al Dose Sebastiano Ziani, su ispirazione del papa Alessandro III, in occasione della venuta di quest'ultimo a Venezia per riconciliarsi con il Barbarossa. In realtà pare che la fondazione fosse avvenuta in seguito all'incontro fra un Dose di casa Ziani, Pietro, e il futuro papa Gregorio IX, giunto in città ancora come cardinale Ugolino dei conti di Segni, per chiedere l'appoggio della Repubblica contro Federico II, nel 1224. Un ponte, al quale si accedeva al termine della salizada streta per chi proveniva da campo ruga, fungeva da collegamento con l'isola, immettendo in un modesto campo aperto sul rio de le Verzene e delimitato ai lati da alte mura che si arrestavano contro la fronte di una grande casa a due piani il cui portale, in forme gotiche, costituiva l'entrata al convento. La chiesa, che non aveva alcun accesso diretto sulla via pubblica, aveva l'abside rivolta secondo la tradizione verso est, guardando il canal de San Piero de Castelo, mentre la fronte si affacciava sullo stretto sagrato a ridosso delle costruzioni che formavano il convento. Nel corso dei secoli la chiesa fu sottoposta a successivi restauri in seguito ad incendi. Durante la seconda occupazione francese (1806 - 1814) in forza dei decreti napoleonici del 28 luglio 1806, la chiesa e il convento de le Verzene vennero soppressi, mentre un secondo decreto emesso il 29 novembre dello stesso anno, assegnava gli edifici sconsacrati alle truppe di Marina che ne prendevano effettivo possesso il 13 marzo 1807. Dal 1 febbraio 1809, chiesa e convento passarono ad ospitare il bagno penale, ovvero l'ergastolo marittimo. Il coro pensile venne trasformato in infermeria per i condannati, i quali venivano impiegati per espletare i lavori di fatica dentro l'Arsenale. Il corpo di guardia venne alloggiato nell'adiacente Schola de la Visitazion. Nel 1822 venne demolito il barco che girava intorno alla cappella maggiore, mentre la completa distruzione di tutti gli edifici avvenne fra il 1844 e il 1869.
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Opere d'arte: Nel 1647 Longhena e Cominelli eressero l'altar maggiore, sormontato da uno splendido tabernacolo adornato con marmi e pietre finissime. Gli altari erano complessivamente nove, tra i quali spiccavano per magnificenza quelli dedicati alla Madonna del Rosario, al Redentore, a San Sebastiano, a Sant'Agostino e a Santa Maria Maddalena. Adornavano l'organo della chiesa otto graziose tavolette a tempera del primo quattrocento, opera di un artista seguace di L. Bastiani, oggi esposte nella chiesa di Sant'Alvise (Contrada San Marcuola, Sestier de Canaregio) che raffigurano: "il colosso dai piedi d'argilla", "Salomone e la regina di Saba", "Raffaele e Tobiolo", "Rachele alla fonte", "il vitello d'oro", "il ritrovamento di Giuseppe", "Giosuè e la presa di Gerico", "la povertà di Giobbe". I dipinti si completano con altre due tavolette conservate presso il museo Correr. |
L'interno: L'interno era suddiviso in tre navate, la maggiore delle quali, sostenuta da un doppio ordine di colonne, risaliva in gran parte alla precedente costruzione duecentesca. Alla chiesa si accedeva attraversando un atrio in stile dorico che sosteneva il barco (coro pensile) riservato alle monache e costruito nel '500 addossato alla controfacciata, come ancora si può notare in altre chiese monastiche veneziane, ad esempio a San Isepo de Castelo. |
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Il monastero: il monastero era jus patronato dogale, e il Dose interveniva di persona o si faceva rappresentare dal Vicedose, in occasione dell'investitura della badessa. Popolato da monache provenienti dal fior fiore della nobiltà veneziana le quali venivano forzosamente inviate alla clausura per non disperdere il patrimonio, con decreto 23 aprile 1613 si stabilì che il Dose e la Signoria visitassero solennemente, il primo maggio di ogni anno, la chiesa e il monastero e l'usanza durò fino al 1797, alla fine della Repubblica.
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Il campanile: (campaniel) Il massiccio campanile, che si riconosce in molte vedute prospettiche di Venezia, e che, per quanto è possibile giudicare, mostrava caratteristiche tipiche del XIII secolo, è scomparso con tutto il resto.
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