La sarìa curiosa ... |
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Per arrivare a vedere questa curiosità bisogna scendere dal ponte dei Scalzi, dalla parte opposta della stazione ferroviaria, inoltrandosi dentro la calle lunga Bergama, oltrepassare il ponte de la Bergama e arrivare in campo Santo, dove sullo sfondo s'innalza l'antica chiesa di San Simeon Grando. Muovendo verso l'edificio sacro, sul fianco sinistro si apre il sotoportego de la Chiesa, dove verso la fine si trova murata una grande, e per qualche verso enigmatica, lastra in marmo bianco di Verona. La prima versione vuole che sulla pietra si troverebbe scolpito San Ermolao, a testimonianza del fatto che una schola de devozion a lui intitolata aveva nelle vicinanze la propria sede. La seconda versione indica la grande lastra come un sigillo sepolcrale, raffigurante un non meglio identificato vescovo ritratto nell'atto di pregare, in ciò identificato dalle mani alzate che mostrano le palme. A questo proposito va ricordato che il pavimento della chiesa di San Simeon Grando venne completamente ricoperto da uno successivo, quando il Governo venne a conoscenza che un appestato era stato colà abusivamente tumulato. Si volle forse conservare alla vista del popolo una immagine oggetto di devozione ? Sulla questione il Tassini non fa alcun accenno; il Lorenzetti invece (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag. 476) riprende la versione del sigillo: "(…) CALLE SOTTOPORTICO DELLA CHIESA: sul muro, a d.: Pietra tombale con rilievo di Vescovo orante (princ. XV sec.).(…)."
Tutto ciò detto, però, mi accorgo che ancora non è stata data una spiegazione del titolo della curiosità: San Simeon no me intrigo! (io non m'impiccio! non mi ci voglio intromettere!). Per capire il motto, si deve partire dal fatto che la tradizione veneziana ritiene che la persona raffigurata sia effettivamente San Simeon Grando e che le mani alzate in segno di preghiera venivano invece interpretate nella volontà, più terrena, di non voler essere coinvolto in dispute. Ciò diede origine al modo di dire, un tempo conosciuto in tutta la città, di San Simeon no me intrigo! .
Chissà però se l'interpretazione data alla postura delle mani non derivi invece dall'interessante analogia esistente fra il vescovo e la medesima posa nella quale è rappresentato uno dei figli di Noè, nella composizione plastica situata sull'angolo di Palazzo Ducale che guarda a Levante e conosciuta come "l'ebrezza di Noè". In questo caso infatti, non vi sono dubbi di sorta: il figlio intende dichiarare la propria estraneità nei riguardi del padre ubriaco, mi no me intrigo !
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