SESTIER DE S. CROSE |
San Simeone il vecchio, profeta |
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CONTRADA S. SIMEON GRANDO |
ricorrenza il giorno 8 ottobre del calendario liturgico veneziano |
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Santo titolare della chiesa: SAN SIMEON GRANDO |
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Sebbene non udì gli angeli annunciare la
nascita di Gesù, già Simeone sapeva che la venuta del Messia era
imminente, come scrive il Vangelo di Luca: "lo Spirito Santo che era su di lui gli aveva preannunciato che
non avrebbe visto la morte prima di aver veduto il Messia del Signore". Simeone
dunque sapeva che ogni passo della sua vecchiaia lo avvicina a quel momento.
Chi è dunque questo Profeta, sempre ricordato fra i santi delle Chiese
d’Occidente e d’Oriente? Alcuni testi apocrifi, ossia non
canonici, lo dicono "sacerdote" (Protovangelo di Giacomo) e anche
"grande maestro", "beato e giusto" (Vangelo di Nicodemo);
Luca lo dice solo "giusto e
timorato di Dio, che aspetta il conforto d’Israele", cioè il Messia.
Egli deve essere dunque uno dei molti pii israeliti raccolti nell’attesa e
piuttosto distaccati dalle vicende del tempo, dal fervido dibattito religioso
fra i dotti nel clima della dominazione romana; vive nel “timore di Dio”, conscio
di trovarsi sempre alla sua presenza e la sua vita esemplare è stata premiata
con quella promessa, sicché la sua attesa del Messia non ha nulla di ansioso:
Simeone
aspetta sicuro e sereno. Gesù nasce, dunque, e viene poi il giorno
della sua presentazione al tempio. Secondo la Legge, Maria e Giuseppe si
avviano col bambino verso l’edificio sacro innalzato da Erode il Grande, e
non ancora del tutto terminato, ed ecco contemporaneamente arrivare anche Simeone,
che riconosce immediatamente il Messia e lo prende tra le sue braccia
benedicendo il Signore: ora egli può davvero morire in pace. La scena, dolce
e notissima, tanto spesso narrata e raffigurata, può essere pienamente intesa
avendo presente il brevissimo inciso di Luca al versetto 27: "Mosso dunque dallo Spirito...", quindi è dall’azione
dello Spirito che dipende il discorso di Simeone, nel quale egli usa parole che
farebbero sobbalzare tanti maestri del tempo: "I miei occhi", dice, "hanno
visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per
illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Simeone,
“mosso dallo Spirito”, contraddice quindi
i coetanei che invece attendono un salvatore si, ma di Israele. Lui invece
risale più indietro, si rifà all’universalismo dei profeti, a Isaia: "Ti renderò luce delle nazioni perché
porti la mia salvezza fino all’estremità della terra". Sono parole che
stupiscono molto anche Maria e Giuseppe. Infine il vecchio Simeone
si rivolge alla Madre di Gesù, annunciandogli una terribile profezia: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione
di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i segreti
di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima". Nel VI secolo le reliquie di Simeone
pervennero a Costantinopoli da dove, nel 1243, furono traslate a Zara in
Dalmazia e dove godono ancora oggi di grande venerazione. Nella chiesa bizantina la memoria di
Simeone si celebra il 3 febbraio, giorno successivo alla Presentazione al
Tempio di Gesù che avvenne il 2 febbraio; nella chiesa romana si celebra
invece il giorno 8 ottobre. |
San
Simeone profeta L'iconografia ufficiale ritrae il Santo in
età avanzata mentre tiene fra le braccia Gesù Bambino. Tra i suoi attributi
c’è tavolta un giglio, o “una coppia di tortore o di colombi”. Il Santo è
Patrono dei Bambini. San
Simeone profeta L'etimologia
del nome Simeone deriva dall'ebraico "Dio ha esaudito". |