schola de devozion

schola de San Zuane Battista

SESTIER DE

 CASTELO

Posta sotto la protezione di Madona Santa Maria de Umiltà et sier Zuane Battista, la schola viene fondata nel 1358 e nello stesso anno ha anche inizio la redazione della mariegola.

Verranno dati 10 soldi al mese al Prior della chiesa di San Zuane Lateran per la messa mensile; nel giorno della festa di San Giovanni verrà consegnato ad ogni confratello un pan (pane).

Nel 1539 vengono acquistate due arche per la sepoltura dei confratelli dentro la chiesa di San Zaccaria; in cambio la schola sarà presente alla festa patronale con una propria rappresentanza, assieme alla omonima schola San Zuane Battista e a quella di San Zulian che hanno sede nella chiesa di San Zuane in bragora.

Nel 1426 il Consejo dei Diese concede alla schola di potersi trasferire dal monastero della chiesa di San Zuane Lateran nella chiesa di San Zuane dei furlani (o de Malta), affinché la devozione non risentisse del fatto che "li divini offici" non venivano da tempo celebrati con regolarità. Con l'occasione viene anche stabilito che nel giorno della festa del Patrono sarà fatta una processione in Contrada e messa solenne.

Nel 1445 la schola riesce ad acquistare l'altare che in chiesa è dedicato alla testa di San Zuane Battista, che si trovava all'incirca a metà della navata. In questo periodo viene annotato che la schola ha in uso una caxetta posta di fronte alla chiesa, costruita "de muro, a pé pian" (in pietra, al piano terra) e che arriva fino al rio; all'interno si trova un altare in legno con "una sancta Maria con so fio in brazzo, et un San Zuane Baptista de ladi depento" e in un "volto de piera viva dorado un Christo con San Zuane che el batiza et doi angioli de piera cotta depenti".

Divenuta la sede troppo angusta, il Prior dei Gerosolimitani (subentrati ai Templari, sciolti nel 1312 da Papa Clemente V) concede all'uso della schola una "parte de la caxa de l'Hospedal de Madona Sancta Catharina, posta sora al canton de la calle verso sinistra". Si trattava di una costruzione trecentesca, come la si può agevolmente osservare dalla pianta cinquecentesca del De' Barbari, che si presentava in forme molto semplici ed essenziali, con il tetto a capanna e un piccolo rosone posto in alto, tra le due finestre.

Nel 1471 i Capi del Consejo dei Diese ordinano che nel giorno della festa di San Giovanni la schola de la Nathion dei Greghi resti chiusa e, viceversa, nel giorno di San Giorgio resti chiusa questa di San Zuane Battista, così da eliminare i motivi di screzi che erano insorti. Con eccesso di zelo i Provedadori de Comun, estendono gli effetti dell'accordo anche alle altre schole, ma nel 1502, su istanza presentata dalla schola de San Zuane Battista con sede in chiesa San Zuane in bragora, gli Avogadori de Comun sentenziano che questa schola possa rimanere aperta.

Nel 1505 i Capi del Consejo dei Diese concedono che nel giorno della festa di San Giovanni la schola de la Nathion dei S'ciavòni, che pure festeggiava San Giovanni Battista, possa dispensare "pan et candela" dal suo altare in chiesa. L'anno seguente però i Capi restringono la precedente disposizione, concedendo alla schola di distribuire le sue elargizioni attraverso un balcone direttamente in calle dei furlani.

Nel 1519 il Consejo dei Diese si trova costretto a richiamare le schole alla più scrupolosa osservanza del decreto a suo tempo approvato per evitare contrasti nei giorni di festa patronale. Infine nel 1521 la schola de la Nathion dei S'ciavòni cede a questa il diritto di celebrare la festa di San Giovanni, essendo il suo patrono principale, contribuendo anche con l'offerta di 12 lire. La porta della schola de la Nathion dei S'ciavòni resterà chiusa il giorno della festa e la chiave sarà presa in consegna per un giorno dal Gastaldo di questa schola.

Nel 1551 partono i lavori di ristrutturazione della facciata dell'edificio della schola de la Nathion dei S'ciavòni, che realizzata in forme sansoviniane, secondo il progetto di Giovanni Zan, proto de l'Arsenal, venne completamente rivestita di pietra d'Istria. Sopra il portale, al di sopra del rilievo con San Giorgio e il drago (lavoro commissionato a Pietro di Salò, seguace del Sansovino) sarà collocato un secondo raffigurante la Vergine in trono tra San Giovanni Battista, un cavaliere inginocchiato e Santa Caterina, scultura veneta, databile, secondo il parere del Perocco alla metà del secolo XV e, a suo avviso, già appartenente a questa schola; al contrario il Rizzi afferma che conservando l'opera i segni di un'antica doratura, essa risalirebbe più propriamente alla metà del secolo XIV, pervenendo allora dall'antico Hospedal de Madona Sancta Catharina. La schola decide di versare alla schola de la Nathion dei S'ciavòni 80 ducati perchè questa, terminata la costruzione della facciata anteriore, si impegna a proseguire anche con la facciata in calle, nella quale si trova la porta d'entrata alla schola.

Nel 1591 viene decisa la ricostruzione dell'altare che in chiesa è dedicato a San Giovanni Battista.

Nel 1609 viene stipulato un accordo fra la schola ed il sovegno de San Zorzi e Trifon per il quale rimane stabilito che tutti i confratelli della "cassella del sovegno" sarebbero passati in questa schola. Ai nuovi iscritti si sarebbe riconosciuta l'assistenza ma senza che potessero ricevere "pan et candela". Per coloro che risultassero contemporaneamente iscritti anche a una delle schole grandi o ad una delle arti, il funerale sarebbe stato a carico di quelle associazioni Fra gli eletti alle cariche di Gastaldo, Vicario o Scrivano potrà figurare sempre un solo appartenente al sovegno.

Nel 1617 i Provedadori de Comun nuovamente rammentano l'obbligo dell'osservanza della chiusura della schola nel giorno di San Giovanni, ciò per rispetto nei confronti della omonima schola in chiesa di San Zuane in bragora.

Nel 1622 i Provedadori a la Sanità concedono alla schola di poter andare in giro per la città a fare la questua per raccogliere fondi allo scopo di "inluminar l'altare e maritar donzelle".

Nel 1633 i Provedadori de Comun riconoscono alla schola, che chiamano "dei furlani", la possibilità di poter celebrare la festa di San Giovanni Battista, tuttavia nel 1648 viene nuovamente fatto un richiamo al rispetto delle vecchie regole.

Nel 1737 il Guardian viene autorizzato a spendere 10 ducati per difendere la schola dalle pretese del Priorato circa i "cantori e sonadori", questione che peraltro era già stata risolta nel 1687 dall'intervento dei Provedadori sora Monasteri.

Nel 1760 il ricevitore dell'Ordine di Malta, rilevando che nella chiesa esistono due altari dedicati a San Giovanni Battista, offre alla schola l'uso dell'altare maggiore "senza pregiudizio delle sue funzioni", offrendosi inoltre di collocare a proprie spese la pala della schola sul medesimo. Sarà realizzato anche "un decente nicchio per la testa di esso Santo", reliquia che si conservava ancora sul vecchio altare della schola.

Nel 1784 nella redazione dell'inventario figura che la mariegola è coperta "con figure d'arzento: la Madona e San Zuane et quadrata pur d'argento e coverta de veludo rosso, con sua cassetta".

Nel corso del giugno del 1797, appena dopo un mese dalla caduta dalla Repubblica, tutti gli argenti della schola vengono portati in Zecca e fusi; pesavano 506 onze (oncie) e furono stimati 789 ducati e 19 grossi.

Dopo la pubblicazione dei decreti napoleonici di soppressione del 1806, il 20 marzo di quell'anno ha luogo l'ultima riunione del Capitolo nella sede della schola prima dell'abbandono forzato.

Dopo alterne vicende, legate alla sopravvivenza che venne riconosciuta alla contigua schola de la Nathion dei S'ciavòni, nel 1827 la schola viene definitivamente soppressa e l'antica sede inglobata nel 1839 fra le proprietà della schola de la Nathion dei S'ciavòni, venendo da questo momento (e ancora lo è) adibita a sacrestia.

 


 

 

 

 

L’angolo dell’edificio occupato dalla Scuola

 

Rilievo sul pilastro d’angolo, con la Madonna e San Zuane

 

La finestra della Scuola, in calle dei furlani

 

La porta d’entrata, in corte de San Zuane de Malta

 

CONTRADA

S. ANTONIN

CORTE

S. ZUANE DE MALTA

 

 va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a véder l'

ospeal S. Caterina

 

va a véder la

schola dei S'ciavòni

 

va a la strìca de tute le

schole de devozion

de'l Sestier de Castelo

 

par saverghene de più ...

 

COMUNE DI VENEZIA

"Arti e mestieri nella Repubblica di Venezia"

Verona 1980