Ospeal mazor

Ospeal de San Piero e Paolo

SESTIER DE

 CASTELO

La storia.

La fondazione di questa importantissima struttura sanitaria della città viene fatta risalire al 1181, anno in cui sarebbe iniziata la costruzione di un edificio destinato ad offrire assistenza specialmente ai feriti (e per questo motivo il complesso continuò ad essere citato nelle cronache quale ospeal dei feriti), ed anche un asilo  ai numerosi pellegrini che transitavano per Venezia diretti verso la Terrasanta (soprattutto per tenerli isolati dalla popolazione residente). Solo più tardi l'assistenza medica venne estesa anche agli ammalati ed ai poveri.

Gestito dapprima da una confraternita laica, i cui Gastaldi erano considerati responsabili della gestione, in seguito però al vertice dell'organizzazione venne posto un Prior. Tra i tanti succedutisi alla carica, in particolare va ricordato Marco Bonardo il quale, eletto nel 1328, ampliò dapprima la sede e quindi nel 1348 ottenne che l'ospeal venisse posto sotto la protezione del juspatronato dogale. Da questo momento però al Prior vennero affiancati anche cinque Procuratori, tre dei quali dovevano essere nobilomeni veneziani e due cittadini originari.

Nel 1350 l'ospeal ebbe l'occasione di ampliare notevolmente la propria sede, grazie al lascito che si rivelò di certo come il più consistente di tutta la sua storia, quando cioè tale Francesco Avanzo (o D'Avanzo) donò in eredità il contiguo Ospedaeto Avanzo.

Nel 1368 l'Istituzione era ormai considerata ospeal mazor, essendo il più grande fra quelli allora esistenti a Venezia, avendo la capacità di accogliere fino a circa cento fra ammalati e pellegrini e godendo di grande prestigio scientifico grazie all'alta professionalità dei medici che vi operavano (tradizione questa che continuò nel tempo, dovendo qui ricordare Francesco Papale, che nel 1800, poco prima della chiusura dell'antico nosocomio, fondava una scuola di chirurgia).

Nel 1418 tale Elena Marchi lasciò in donazione una caxetta posta in fondamenta San Gioachin cui seguì la fondazione di un Ospissio de pizòcare (così erano chiamate dai veneziani le terziarie) affinché provvedessero ad assistere i ricoverati. In seguito venne costruito anche un piccolo Oratorio, che venne dedicato a San Gioachin.

Come molte altre Istituzioni assistenziali in città, anche questo ospeal godeva della proprietà di un vasto patrimonio immobiliare, dal quale traeva una rendita che costituiva una parte importante delle risorse per il suo funzionamento. Una patera in pietra d'Istria raffigurante il simbolo del nosocomio, un spada verticale che incrocia due chiavi orizzontali, si trova oggi ancora murata su di un vecchio tezon di uno squero nell'isola de San Piero. Grazie a questi ed altri possedimenti, nel 1724 l'ospeal godeva di una robusta rendita di circa 3.000 ducati annui.

Nel 1750 l'edificio subì un vasto restauro, forse in coincidenza con la ristrutturazione a cui fu sottoposto l'Oratorio di San Gioachin che infatti, proprio in quel periodo, vide mutare l'orientamento della pianta interna.

Caduta la Repubblica nel 1797, a causa dei decreti napoleonici del 1807, dopo un'attività plurisecolare l'ospeal veniva chiuso, cessando immediatamente ogni attività sanitaria e i degenti immediatamente trasferiti presso l'Ospeal dei Incurabili. Tutto il patrimonio immobiliare venne avocato al Demanio, che in seguito lo vendette ai privati.

 

L'edificio.

La facciata principale che guarda la fondamenta San Gioachin, purtroppo appesantita e stravolta dall'aggiunta del secondo piano avvenuta in epoca recente, al piano terra presenta tre ingressi, assai ravvicinati tra loro: la prima a sinistra dava ingresso al convento delle pizòcare, quella centrale all'ospeal e quella più a destra, il cui impianto architettonico contrasta stilisticamente con le prime due, introduce all'Oratorio di San Gioachin.

Sopra la porta centrale sono murate due lapidi, sovrapposte fra loro ed entrambe racchiuse entro una elaborata cornice in marmo rosa. Quella superiore reca la seguente iscrizione:

 

AEDE HANC SUBDUCIS SER. PATRONATY

APOSTOLORUM PRINCIPIBUS DICATAM

VETUSTATE IAMFATISCENTEM AC PERVENUTAM

PAULUS VENETUS PRIOR

NON LA CE CONOMIAE ADMINISTRANDAE QUAM PIETATI

AC RELIGION EX CALENDAE NOVITERAD DICTVS

AMPLIAVI CULTU REFORMANDA

ANNO CHRIST CURAVIT M D C II L

DVCE FRANCISCO MOLINO

ILL. ATQVE ECC. ALOYSIO MOCENIGO ET ANDREA

DELPHINO HUISCE NOXOCOMII TUTORIBVS

 

La seconda, posta al di sotto, recita:

 

AEDE RVRSVS REPARATA VETVS EPIGRAFE RESTITVTA EST

ANNO MDCCXXXVI

DVCE ALOYSIO PISANO

CURATORIBVS EX. ORDINE PATRIT.

IO: PETRO PASCHALICO, IO. ANTONIO RVZZINO

GEORGIO CONTARENO EQ. COM. JOPPE

EX ORDINE CIV.

FRANCISCO CAVALI, IOSEPHO AGAZZI

IO. BAPTA ALBERGHINI PRAESIDE

 

Pochi passi oltre l'angolo dell'edificio, che qui coincide con l'Oratorio, inoltrandosi nella stretta calle San Gioachin, è murato un piccolo crocifisso in metallo.

Proseguendo, dove la stessa calle svolta a sinistra si trova l'ingresso secondario all'ospeal, pure se esso è certamente monumentale più che non sia quello principale. Sopra la porta d'ingresso è collocato un notevole gruppo scultoreo databile del XIV secolo, raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi patroni.

Sul lato sinistro, mentre riceve le chiavi dal Bambin Gesù, è raffigurato San Pietro che con l'altra mano tiene un cartiglio srotolato dove sono incise le seguenti parole:

 

TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM ET TIBI DABO CLAVES [regni coleorum], [vas] ELECTIONIS MIHI EST [iste];

 

sul margine sinistro della scritta vi è inciso: RESTAURATO L'ANNO MDCXCVIII;

 

Sul lato destro San Paolo che impugna la spada ed anch'esso srotola una pergamena.

 


 

la facciata principale sul rio

 

l'entrata all'ospedale (a destra) le due lapidi

 

l'edificio prospiciente la calle la porta secondaria

 

il crocifisso patera con il simbolo dell'ospedale

 

CONTRADA

SAN PIERO

DE CASTELO

FONDAMENTA

S. GIOACHIN

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a véder l'

ospedaeto Avanzo

 

va a véder l'

ospissio de le pizòcare

 

par saverghene de più ...

 

FRANCA SEMI

"Gli Ospizi di Venezia",

Venezia 1984

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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