schola nathional |
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La comunità dei tedeschi che viveva stabilmente a Venezia (intendendosi genericamente con tale appellativo tutti coloro che provenivano dal confine nord-orientale della Repubblica e non necessariamente all'esterno del territorio "italiano", venendo infatti chiamati "tedeschi" anche gli abitanti, per esempio, di Gradisca d'Isonzo, al tempo città suddita degli Imperiali), era impiegata per la quasi totalità nelle Arti dei Calegheri e in quella dei Pistori. Esistevano infatti in questa Contrada la schola e ospeal dei calegheri todeschi e la schola e ospissio dei pistori todeschi.
I loro concittadini che invece si trovavano di passaggio a Venezia per affari, potevano contare sia sull'ospitalità offerta dall'ospeal dei calegheri todeschi, ma soprattutto sull'appoggio logistico della grande base commerciale costituita del fontego, il cui grandioso edificio è ancora oggi visibile accanto al ponte de Rialto, dunque a pochi passi dal centro nevralgico dell'area commerciale veneziana. Oltre ai servizi di dogana, di magazzinaggio e di alloggio, all'interno del fontego i mercanti tedeschi poterono anche professare sempre, in tutta tranquillità, la loro religione, attività che, come quella commerciale, si concluse definitivamente con la soppressione del fontego, avvenuta per ordine dei decreti napoleonici del 1806/1807. Da quel momento in poi le funzioni religiose vennero spostate all'interno della schola de devozion de l'Anzolo Custode, in Sestier de Canaregio, Contrada Santi Apostoli.
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